GARANTIRE AI MINORI LA PRESENZA EQUILIBRATA DI CIASCUN GENITORE E' UN PRECISO DOVERE DELLO STATO.

LEGGE 54/2006 AFFIDO CONDIVISO "anche in caso di separazione personale dei genitori il figlio minore ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno di essi, di ricevere cura, educazione e istruzione da entrambi"

COSTITUZIONE ART 3 "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso"

COSTITUZIONE ART 29 "Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi […] a garanzia dell'unità familiare"

COSTITUZIONE ART.30 "È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche […] fuori del matrimonio"

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI DELL'UOMO "indispensabile che i diritti dell'uomo siano protetti da norme giuridiche, se si vuole evitare che l'uomo sia costretto a ricorrere come ultima istanza, alla ribellione contro la tirannia e l'oppressione"

ULTIMI ARTICOLI PUBBLICATI:

10 ottobre 2011

L'ISEE e la convenienza di separarsi (per una donna) 2a parte

Articolo di Maurilio Pavese - Fiscalista 2a parte
Come già detto in precedenza (vedi 1a parte) l’ISEE è l’indicatore della situazione economica equivalente. L'attestato contenente l’indicatore I.S.E.E. consente ai cittadini di accedere, a condizioni agevolate, alle prestazioni sociali o ai servizi di pubblica utilità.
È possibile presentare la dichiarazione in qualsiasi momento dell’anno.
La dichiarazione ha validità di un anno dall'attestazione della presentazione e vale per tutti i componenti il nucleo familiare.

Facciamo alcuni esempi volti ad accedere agli interventi a sostegno del diritto allo studio di cui al Modulo Unificato di richiesta contributi per il diritto allo studio a.s. 2010/2011 Regione Piemonte. Con tale modulo si poteva richiedere la seguenti provvidenza: libri di testo anno scolastico 2011/2012 - scuole secondarie di primo e secondo grado, corsi di formazione professionale finalizzati all'assolvimento dell'obbligo scolastico  con ISEE - indicatore della situazione economica equivalente non superiore a €. 10.632,94  (non è importante il singolo esempio, ma il concetto) :

1) nucleo di tre persone madre rimasta vedova con due figli conviventi, casa in uso a zero euro, denaro a disposizione 24.000 euro (lordi) da reddito di lavoro dipendente
Anno della dichiarazione del modello isee : 2011
Seleziona calcolo isee in lire o euro : euro
Indica numero componenti della famiglia ai fini isee : 3
Numero di eventuali persone con handicap grave permanente o invalidità superiore al 66% in famiglia : 0
Situazione di un solo genitore e figli minorenni : NO
Nucleo familiare con figli minori nel quale i genitori (o anche l'unico genitore se la famiglia è formata solo da esso e figli minori) abbiamo entrambi lavorato per almeno sei mesi : SI
La abitazione della famiglia o nucleo familiare ai fini isee è in : AFFITTO
Canone annuo dell'affitto come si evince dal contratto di locazione. Nel caso di affitto gratis scrivere canone zero. In
caso di usufrutto invece la casa è considerata di proprietà : ZERO
Somma dei redditi irpef di tutto il nucleo familiare : 24.000
Somma del patrimonio mobiliare di tutto il nucleo familiare ad es. c/c bancari, azioni, bot, cct, depositi, ecc. : 0
Valore ici della casa adibita ad abitazione di proprietà dei componenti il nucleo familiare: 0
Indicare l'eventuale mutuo residuo della abitazione principale del nucleo familiare : 0
Valore ici di altri immobili di proprietà del nucleo familiare, al netto delle detrazioni di eventuali mutui residui; la detrazione del mutuo si applica sul singolo immobile e nel caso di differenza negativa si considera il valore pari a zero, ad esempio valore ici 50mila € meno mutuo residuo di 70mila € = zero. Alla fine sommare i vari immobili : 0

Risultato del calcolo del modello isee:
Indice di rendimento utilizzato nel calcolo isee --> 4.01
Valore ise ( indicatore situazione economica ) --> 24.000
Coefficiente scala di equivalenza --> 2.24
Il vostro indicatore isee --> 10.714,29
I figli di questa signora con ISEE 10.714,29 NON POTRANNO ottenere interventi a sostegno del diritto allo studio sui libri scolastici


2) nucleo di tre persone madre separata vedova con due figli conviventi, casa in uso a zero euro, denaro a disposizione  24.000 euro di cui 4.800 (lordi) per mantenimento al coniuge e 19.200 (netti) per mantenimento figli
Anno della dichiarazione del modello isee : 2011
Seleziona calcolo isee in lire o euro : euro
Indica numero componenti della famiglia ai fini isee : 3
Numero di eventuali persone con handicap grave permanente o invalidità superiore al 66% in famiglia : 0
Situazione di un solo genitore e figli minorenni : NO
Nucleo familiare con figli minori nel quale i genitori (o anche l'unico genitore se la famiglia è formata solo da esso e figli minori) abbiamo entrambi lavorato per almeno sei mesi : NO
La abitazione della famiglia o nucleo familiare ai fini isee è in : AFFITTO
Canone annuo dell'affitto come si evince dal contratto di locazione. Nel caso di affitto gratis scrivere canone zero. In
caso di usufrutto invece la casa è considerata di proprietà : ZERO
Somma dei redditi irpef di tutto il nucleo familiare : 4.800
Somma del patrimonio mobiliare di tutto il nucleo familiare ad es. c/c bancari, azioni, bot, cct, depositi, ecc. : 0
Valore ici della casa adibita ad abitazione di proprietà dei componenti il nucleo familiare: 0
Indicare l'eventuale mutuo residuo della abitazione principale del nucleo familiare : 0
Valore ici di altri immobili di proprietà del nucleo familiare, al netto delle detrazioni di eventuali mutui residui; la detrazione del mutuo si applica sul singolo immobile e nel caso di differenza negativa si considera il valore pari a zero, ad esempio valore ici 50mila € meno mutuo residuo di 70mila € = zero. Alla fine sommare i vari immobili : 0

Risultato del calcolo del modello isee:
Indice di rendimento utilizzato nel calcolo isee --> 4.01
Valore ise ( indicatore situazione economica ) --> 4.800
Coefficiente scala di equivalenza --> 2.04
Il vostro indicatore isee --> 2.352,94
I figli di questa signora con ISEE 2.352,94  POTRANNO ottenere interventi a sostegno del diritto allo studio sui libri scolastici che solitamente sono già a carico del padre per il 50%


3) nucleo di tre persone padre madre un figlio convivente, casa in uso a zero euro, denaro a disposizione  24.000 euro di cui 48.000 (lordi) da lavoro dipendente, meno 24.000 (4.800 per mantenimento al ex coniuge e 19.200 per mantenimento altri figli)
Anno della dichiarazione del modello isee : 2011
Seleziona calcolo isee in lire o euro : euro
Indica numero componenti della famiglia ai fini isee : 3
Numero di eventuali persone con handicap grave permanente o invalidità superiore al 66% in famiglia : 0
Situazione di un solo genitore e figli minorenni : NO
Nucleo familiare con figli minori nel quale i genitori (o anche l'unico genitore se la famiglia è formata solo da esso e figli minori) abbiamo entrambi lavorato per almeno sei mesi : SI
La abitazione della famiglia o nucleo familiare ai fini isee è in : AFFITTO
Canone annuo dell'affitto come si evince dal contratto di locazione. Nel caso di affitto gratis scrivere canone zero. In
caso di usufrutto invece la casa è considerata di proprietà : ZERO
Somma dei redditi irpef di tutto il nucleo familiare : 48.000
Somma del patrimonio mobiliare di tutto il nucleo familiare ad es. c/c bancari, azioni, bot, cct, depositi, ecc. : 0
Valore ici della casa adibita ad abitazione di proprietà dei componenti il nucleo familiare: 0
Indicare l'eventuale mutuo residuo della abitazione principale del nucleo familiare : 0
Valore ici di altri immobili di proprietà del nucleo familiare, al netto delle detrazioni di eventuali mutui residui; la detrazione del mutuo si applica sul singolo immobile e nel caso di differenza negativa si considera il valore pari a zero, ad esempio valore ici 50mila € meno mutuo residuo di 70mila € = zero. Alla fine sommare i vari immobili : 0

Risultato del calcolo del modello isee:
Indice di rendimento utilizzato nel calcolo isee --> 4.01
Valore ise ( indicatore situazione economica ) --> 48.000
Coefficiente scala di equivalenza --> 2.24
Il vostro indicatore isee --> 21.428,57
Il figlio di questa signora con ISEE 21.428,25 NON POTRA' ottenere interventi a sostegno del diritto allo studio sui libri scolastici

Conclusioni:
Considerando il tempo di crisi, se sei donna con figli di primo letto una separazione è conveniente prima di rimanere vedova..

9 ottobre 2011

Come ti boicotto l'Affido Condiviso: strategie di deroga

Sunto e video in tre parti dell'intervento del ricercatore Fabio Nestola (Fe.N.Bi) durante gli Stati Generali della Giustizia Familiare tenutisi a inizio maggio 2011 a Roma.

Stati Generali della Giustizia Familiare
Relazione F.N. del 6 maggio: AFFIDO CONDIVISO: STRATEGIE DI DEROGA

Una sintesi di approfondimenti, per dimostrare dati alla mano come le dinamiche di aggiramento dell’affido condiviso siano frutto di precise strategie, attentamente studiate e pianificate.
Una valenza possono averla le testimonianze di genitori separati, cosa diversa è lo studio focalizzato su giurisprudenza di cassazione, dossier sulle dichiarazioni degli operatori giudiziari, sulla modulistica in uso nei tribunali italiani, su casistica, modalità e dinamiche ricorsive delle false denunce, sulla tempistica dei percorsi di recupero anche in caso di appurata infondatezza delle accuse, sulle ripercussioni per i soggetti coinvolti, adulti e minori
Gli studi dimostrano diverse strategie ostative dell’affido condiviso, ed analizzano gli strumenti utilizzati sia da alcuni operatori che dalle parti in causa.
Si tratta di un’analisi critica del Sistema, che dimostra come una generalizzata impunità sia l’unica vera linfa che alimenta la reiterazione delle strategie di deroga.
Impunità per gli operatori, impunità per i genitori disonesti, che non esitano ad utilizzare le false accuse, sconfinando nel penale al solo scopo di ottenere in breve tempo una serie di privilegi nell’iter civile..

Alcuni operatori, accaniti sostenitori delle modalità di affido riferibili al modello monogenitoriale, stravolgono la legge continuando ad emanare provvedimenti che del condiviso hanno solo la facciata. La strategia è quella di prendere i criteri di deroga riferibili alla legge precedente al 2006 e trasportarli di peso all’interno del nuovo impianto normativo. Esattamente ciò che intendevano evitare il Legislatore che ha concepito la riforma ed il Parlamento che l’ha approvata.
La conflittualità fra le parti e l’età dei figli vengono espressamente citate quali criteri ostativi all’affido condiviso, nonostante la legge dica il contrario e diversi pronunciamenti della Corte di Cassazione abbiano richiamato ad una corretta applicazione nel 2008, 2009 e 2010.
Un esempio di boicottaggio particolarmente significativo è rappresentato dall’inchiesta sulla modulistica in uso per le separazioni consensuali. Diversi tribunali propongono moduli ove è prevista espressamente la dicitura “genitore convivente”, termine e concetto non previsto nella norma novellata. Altri tribunali vanno oltre, utilizzando dei moduli ove è già scritto che il padre “vedrà i figli i giorni…” e “verserà un assegno di Euro …”.
Discriminazioni pesantissime, ove le uniche variabili sembrano essere quanto versare e quanto tempo elemosinare con i figli, ma non esiste la variabile sulla parte tenuta a rispettare dette misure.

Che la modulistica sia concepita per velocizzare le procedure è un fatto assodato. È lecito chiedersi, però, se sia possibile prevedere un modulo prestampato che escluda a priori qualunque caso di affido diverso da quello esclusivo alla madre.
Quale spreco di tempo comporterebbe scrivere “padre” nello spazio predisposto per le modalità di visita del genitore non affidatario? Oppure, per chi preferisce, quale risparmio di tempo comporta non doverlo scrivere?
Tale risparmio risibile, tuttavia, comporta un dazio altissimo da pagare al principio delle Pari Opportunità, nonché al concetto di Giustizia intesa come imparzialità ed uguaglianza nei confronti di cittadine e cittadini, previsto dalla Carta Costituzionale.
Chi è in grado di garantire che nessun utente del Tribunale, messo di fronte ai moduli oggetto dell’inchiesta, abbia mai avuto una percezione di inutilità dell’iter giudiziario tanto i principi fondamentali sono decisi prima ancora di entrare in Tribunale?
Per un aspetto l’unica variabile è quanto versare, chi debba farlo è già deciso.
Per l’altro aspetto l’unica variabile è strappare mezz’ora in più per vedere i figli, chi viene relegato in un ruolo marginale rispetto alla prole è già deciso.
Utilizzare moduli prestampati che non lasciano alcuna alternativa in merito a chi debba rispettare un regime di visita e versare un assegno è, oggi, un’aperta violazione della norma, ma lo era anche prima della norma novellata.
Circostanza ancora più grave è quella rilevata sul sito ufficiale del Ministero di Giustizia, ove viene proposto (proponiamo, testuale) un modulo prestampato che prevede i figli conviventi con la madre ed il padre che può incontrarli un pomeriggio a settimana.
Questo è ciò che viene proposto come modello di “affido condiviso” sul sito del Ministero di Giustizia.
Ecco dimostrato come l’etichetta “affido condiviso” venga affissa, perfino per suggerimento ministeriale, su contenuti che di condiviso non hanno nulla. Cos’altro serve per documentare il boicottaggio della riforma?
Il sottosegretario On. Casellati, rispondendo in data 23 febbraio 2011ad una interrogazione parlamentare della On. Bernardini, scriveva: “ (…) ritengo opportuno premettere che le informazioni attinenti i diversi quesiti sollevati sono state acquisite dal competente Ufficio Legislativo di questo Dicastero.(…) Dall’esame di tali dati emerge una netta inversione di tendenza a favore dell’affidamento condiviso a partire dal 2006, fino a giungere nel 2008 alla rilevante percentuale del 78,8% di separazioni, e del 62,1% di divorzi con figli in affido condiviso. L’esame dei dati non conferma, quindi, quanto indicato nell’interrogazione con riferimento ad una “sostanziale inapplicazione” della nuova forma di affidamento da parte dei Tribunali italiani”
Ovvio, la mera lettura dei dati ISTAT non può essere il termometro della situazione reale, in quanto nella forma quasi l’80% delle separazioni terminano con un affido condiviso.
Nella forma ma non nella sostanza, è qui l’inganno.
Si scrive condiviso ma si legge un pomeriggio a settimana, per espresso “suggerimento” del Ministero.
L’inchiesta lo dimostra in maniera inequivocabile; On. Casellati, chi spera di prendere in giro?

Fabio Nestola






29 settembre 2011

ANFI in Senato per smontare scientificamente la teoria dei bambini "pacco postale"

ROMA 27 SETTEMBRE 2011, SENATO DELLA REPUBBLICA

RELAZIONE DEL DR. VITTORIO VEZZETTI, RESPONSABILE MEDICO-SCIENTIFICO DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE FAMILIARISTI ITALIANI ANFI.

DISCORSO NEL NOME DEI FIGLI


“Onorevole Presidente,

onorevoli Senatori,

PER SUA NATURA ANFI È ASSOCIAZIONE CHE CREDE IN UN DIRITTO CHE TRAMUTI IN ATTI GIURIDICI LE CONQUISTE DELLA SCIENZA E NON CHE ADATTI QUESTE ULTIME A PRASSI OBSOLETE BASATE SPESSO SUI LUOGHI COMUNI E SUL PREGIUDIZIO.

Per questo motivo ANFI approva le innovazioni proposte dai ddl 954 e 2454, coerenti coi risultati della moderna ricerca scientifica, affinchè non si perpetuino gli errori interpretativi della legge 54/06.
A esemplificazione di quanto dico riporto una delle tante sentenze emesse da un tribunale italiano, una di quelle sentenze per cui noi oggi siamo qua a parlare di riforma:
Tribunale di Varese, anno 2007, sentenza 3053/03 dei giudici Carmelo Leotta, Francesco Paganini, Anna Giorgetti:
“questo tribunale per propria giurisprudenza costante, non condivide una frammentazione del tempo del minore eccessiva che costringa di fatto i figli a veri e propri minitraslochi ogni pochi giorni ritenendosi che ciò sia pericolosamente destabilizzante e che comunque il bene primario oggetto della tutela del legislatore è sempre il minore e non certo l'interesse o l'aspettativa del genitore di avere con sé il figlio per lo stesso tempo in termini di computo aritmetico, dell'altro”.

Dal che si evince che per loro stessa ammissione interi Tribunali non basano le sentenze su dati scientifici ma sulla giurisprudenza, per di più locale, in modo da evitare eventuali contaminazioni migliorative dai tribunali viciniori.
Invece ANFI, in virtù del suo approccio scientifico, vede come elemento qualificante dei ddl 957 e 2454 proprio la salvaguardia del diritto dei minori a un rapporto paritetico con ambedue i genitori, salvo casi di impossibilità materiale.

RITENIAMO PERTANTO INDISPENSABILE UNA DISAMINA DEI PRINCIPALI STUDI SCIENTIFICI SVOLTI SULL’ARGOMENTO E DI CUI IL LEGISLATORE NON PUÒ NON TENERE CONTO.

Lo studio degli ACTA PEDIATRICA prodotto agli atti dimostra in modo oggettivo e con validazione statistica che il coinvolgimento del padre (la figura comunemente penalizzata dai nostri tribunali) migliora lo sviluppo cognitivo, riduce i problemi psicologici nelle giovani donne, diminuisce lo svantaggio economico e la delinquenza giovanile.

L'esperienza dei Paesi che hanno scelto la priorità dei tempi paritetici ha confermato la bontà di questo approccio: Svezia, Francia, Belgio, Catalogna, Martinica, Guadalupa, Polinesia francese, Guyana francese e i vari distretti francesi sparsi nel mondo non hanno infatti mai avvertito la necessità di tornare sui propri passi e hanno visto un crollo della conflittualità (in Svezia le giudiziali sono ormai meno dell'uno per cento del totale).

Il più importante studio al mondo sull'alternato (puntualizzato che tempi paritetici non significano sempre affido alternato potendosi raggiungere l'obiettivo anche in altra maniera che potrebbe essere indicata dai genitori obbligandoli a presentare un progetto di gestione condivisa della prole come in Bulgaria), il rapporto Raschetti, rammentando la caratteristica dell'adattabilità infantile assai maggiore di quella dell'adulto, ha ossevato che i tempi paritetici vanno bene anche per i lattanti, in caso di conflittualità e che i bambini monogenitoriali sono meno socievoli e con minor sviluppo cognitivo.

Nell'interesse ideologico del domicilio prevalente abbiamo visto case assegnate a lattanti di tre mesi che non erano in grado di distinguere il seno da cui erano allattati.
Non risulta del resto che i milioni di bambini nomadi e seminomadi che ancora vivono nel mondo (beduini, tuareg, nomadi dell'Amazzonia e dell'Asia centrale) derivino un danno psichico o di destabilizzazione mentale da questa loro condizione.

INFATTI NEI MOTORI DI RICERCA MEDICA INTERNAZIONALE (LA MEDICINA E' LA SCIENZA CHE DIMOSTRA, AVENDO LA VALUTAZIONE DEL'INDICE DI SIGNIFICATIVITA' STATISTICA MENTRE LA PSICOLOGIA OSSERVA) NON ESISTE UN SOLO STUDIO CHE SUFFRAGHI LA TEORIA ADULTOCENTRICA DELLA NOCIVITA' DELL'ALTERNANZA.

L'ultimo studio psicologico significativo contrario all'alternato è una piccola ricerca del 1999 pubblicato sul Family Court Review che valutava esclusivamente la variabile attaccamento, mentre tutta la letteratura succesiva tesse solo gli elogi dell'alternanza che riscuote consensi anche fra i giovani utenti (studio Fabricius).
Altri punti meritevoli dei ddl 957 e 2454, sono -fra i molti- a nostro avviso:

1- l'introduzione, come situazione pregiudizievole, della Alienazione Genitoriale, intesa come condizionamento dei minori all'ostilità verso il genitore c.d. bersaglio, ossia quello non collocatario (da cui l'ulteriore indicazione ad eliminare questa figura). Noi suggeriamo la possibilità di prevedere l'invio degli alienati a programmi terapeutici specifici che, provenendo dagli USA, a breve arriveranno in Italia.
Purtroppo la sensibilità giudiziaria nei confronti dell'Alienazione Genitoriale è scarsissima: noi grazie ad una tesi di laurea siamo risaliti, malgrado il fenomeno abbia proporzioni gigantesche, a soli 14 provvedimenti giudiziari italiani che la citano! Riteniamo solo utile eliminare la parola sindrome non essendo stato ancora chiarito fino ad oggi dalla comunità scientifica internazionale se essa possa essere ritenuta tale.

2 - Il riconoscimento e il potenziamento della mediazione familiare.

3-L'incremento dell'aspetto sanzionatorio: attualmente questo aspetto è assolutamente incapace di fornire un deterrente contro le condotte illecite perpetrate dai genitori: la stragrande maggioranza dei 709 ter si conclude con un nulla di fatto e quando c'è una sanzione questa è di solito l'inefficace ammonizione. Chiediamo una specifica di maggior gravità riguardo le false denunce di abusi per le conseguenze devastanti che hanno e la diffusione del fenomeno: uno studio pubblicato nel 2010 sulla prestigiosa Rivista della Società Italiana di psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza da parte dell’Università di Modena evidenzia che il 92% delle denunce di abusi in corso di separazione è infondata! Inoltre i danni provocati dalla macchina giudiziaria condussero al punto che il trauma
psicologico risultò indistinguibile tra i due gruppi di minori. In pratica (ragionando percentualmente) nel tentativo di punire 8 mostri pedofili il sistema ha rovinato anche le 92 creature innocenti che l’abuso non l’avevano assolutamente subito.

Onorevole Presidente, onorevoli Senatori, vi voglio parlare con la mano sul cuore, non da operatore del contenzioso quale non sono ma in modo veramente disinteressato NEL NOME DEI FIGLI di separati che ogni giorno più numerosi visito nel mio ambulatorio di pediatra: non perdiamo le splendide opportunità forniteci da questi disegni di legge. I posteri ve ne saranno grati”.

VITTORIO VEZZETTI, MEDICO PEDIATRA, RESPONSABILE SCIENTIFICO ANFI.

8 settembre 2011

Diritto di famiglia: quando il potere giudiziario esautora quello legislativo

Agli attacchi del potere giudiziario al potere esecutivo (veri o presunti) eravamo abituati. Ora è la volta di quello legislativo: come esautorare il Parlamento a colpi di sentenze della Corte di Cassazione, come smontare la volontà popolare, che il Parlamento esprime, piegandola a interpretazioni che ne snaturano il significato fino, non formalmente ma nei fatti, ad abrogare leggi emanate dalla Stato.
E' di questi giorni la notizia che la Corte di Cassazione con sentenza 17191/2011 ha introdotto il principio che nei casi di separazione particolarmente conflittuali l'affidamento condiviso dei figli non debba essere applicato. Contraddicendo in un colpo solo sè stessa e lo spirito del legislatore. Sì, perché lo spirito della legge era quello di considerare l'affidamento dei figli come la situazione migliore per il loro benessere anche e forse ancor di più quando esisteva conflitto tra i genitori. E la stessa Corte di Cassazione l'aveva ribadito, a più riprese: la conflittualità dei genitori (spesso causata ad arte) non può essere requisito valido per non affidare i figli ad entrambi (es. sentenze 16593/2008 e 24841/2010).
Anni di dibattiti parlamentari inutili. Molti operatori del diritto erano da sempre contrari a questa norma e, nonostante la volontà popolare espressa dal Parlamento, il sistema è arrivato a "neutralizzarla", a piegarla alla sua volontà, come se gli operatori del diritto avessero in mano ANCHE il potere legislativo, o almeno il diritto di veto sul suo operato.

In questi giorni si sta discutendo se abbassare il numero dei parlamentari o se riconsiderare la presenza di due Camere (dei Deputati e dei Senatori) con poteri e funzioni sostanzialmente identici. A considerare le vicende recenti si potrebbe addirittura puntare ad abolire completamente il Parlamento: tanto vale dare anche il potere legislativo a quello giudiziario.

Visto quanto la Corte di Cassazione non considera le sue stesse sentenze recenti, non ci resta che sperare che questa sentenza venga presto dimenticata dalla stessa.

1 settembre 2011

L'Associazione Familiaristi Italiani al Senato

Comunicazione di Vittorio Vezzetti in commissione giustizia del Senato. Disamina dei principali studi internazionali sull'affido dei minori e confronto con le prassi dei tribunali italiani.




ROMA 19 LUGLIO 2011, SENATO DELLA REPUBBLICA
RELAZIONE DEL DR. VITTORIO VEZZETTI, RESPONSABILE MEDICO-SCIENTIFICO DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE FAMILIARISTI ITALIANI ANFI

Onorevole Presidente,
onorevoli Senatori,

il progetto di legge 957 intende porre soluzione al grave problema della disapplicazione della legge 54/06.

In primo luogo, il Legislatore ha chiaramente previsto che ogni minore abbia diritto a godere di rapporti significativi e continuativi con ambedue i genitori anche dopo la separazione dei medesimi, ma la volontà dei tribunali di merito, sia quelli ordinari che quelli minorili, si è diretta immediatamente verso una sistematica sconfessione di quanto stabilito dal Parlamento. In particolare, secondo la nosra esperienza di ANFI assolutamente collimante coi dati dell'osservatorio nazionale ADIANTUM (che ha raccolto 1.020 sentenze da tutte le regioni italiane, coprendo quasi il 90% dei distretti di corte d’appello), oltre a non riconoscere sempre una concessione formale/nominale dell'istituto dell'affido condiviso, quest'ultimo nei palazzi di giusizia si è tradotto nella semplice individuazione di un genitore collocatario, con assegnazione all'altro genitore di “diritti di visita” assolutamente in linea con quelli vigenti nel regime imperante (affidamento eslcusivo alla madre) ante 2006: 83% del tempo col genitore “collocatario” – figura non prevista nel dettato della legge e di invenzione giurisprudenziale - e 17% col genitore “ non collocatario”.

La ripartizione dei tempi muta a seconda dell'età dei minori: sotto gli undici anni diventa del 90% versus il 10. Tempi, il 17 e il 10%, assolutamente teorici e tutt'altro che garantiti stante la ben nota incapacità del sistema giudiziario a fare rispettare i propri provvedimenti e stante l'elasticità dell'interpretazione da parte dei magistrati: in pratica spesso abbiamo osservato che ripetizioni, corsi sportivi, catechismo, piazzati ad hoc nelle ore di spettanza del genitore non collocatario (talora persino azzerando i tempi a disposizione del minore per relazionare con questi) sono stati giustificazioni sufficienti a scongiurare condanne o provvedimenti sanzionatori per il genitore collocatario. Analogo discorso vale per i cosiddetti “genitori assenti” che non vengono di regola sanzionati.

E' evidente che questa prassi cozza persino con la lingua italiana, non potendosi riconoscere a tali percentuali il carattere di “equilibrato” (i cui sinonimi per qualunque dizionario sono “omogeneo” o “uniforme”) che dovrebbero caratterizzare il rapporto previsto per i minori dalla legge 54/06 con i genitori.
D'altro canto dobbiamo ammettere che l'affido condiviso in Italia non è mai realmente partito se è vero che il giudice Gloria Servetti, attuale Presidente della sezione Famiglia del Tribunale di Milano, a pochi giorni dall'entrata in vigore della legge 54/06 già postulava la necessità di un collocatario, la possibilità di rapporti col genitore non collocatario in affido condiviso a carattere quindicinale e il diritto di scelta per il collocatario in quasi tutte le attività (cfr. comunicazione a Spaziomef, 2006 reperibile anche su internet).

Nella pratica si è continuato ad ammettere che la perdita di contatti con un genitore (quello non affidatario o, come si dice appunto oggi, non collocatario) sia un accettabile dazio che il minore deve pagare alla separazione dei genitori.
Poiché l’ANFI, associazione professionale per sua natura multidisciplinare, crede in un Diritto che tramuti in atti giuridici le conquiste della Scienza e non che adatti queste ultime a prassi obsolete basate spesso sui luoghi comuni e sul pregiudizio, riteniamo indispensabile una disamina dei principali studi scientifici svolti sull’argomento e di cui il legislatore non può non tenere conto.
Paesi progrediti, dove l'istituto del divorzio è molto più datato che da noi, hanno cercato di ovviare al grave problema della perdita di un genitore dopo la separazione (secondo l’ISTAT 2008, quindi con la legge 54 in vigore, in Italia il 25% dei minori ha perso contatto con uno dei genitori dopo la separazione dei medesimi) promuovendo l'affidamento condiviso con tempi il più possibile paritetici di frequentazione dei genitori.
La correttezza scientifica e l'utilità di questo approccio sono state recentemente confermate da uno studio medico internazionale (il più importante al mondo), validato statisticamente, sull'utilità del coinvolgimento paterno (ACTA PEDIATRICA 97,152-158, FEBBRAIO 2008, Sarkadi et al., Uppsala e Melbourne). Gli studiosi hanno analizzato retrospettivamente 24 studi svolti in 4 continenti diversi e con durate dai 10 ai 15 anni, concludendo che in 22 studi su 24 si è avuta l'evidenza (con p<0.005) degli effetti benefici derivanti dal coinvolgimento di ambedue le figure genitoriali.
In particolare si è dimostrato in modo oggettivo e con validazione statistica che il coinvolgimento del padre migliora lo sviluppo cognitivo, riduce i problemi psicologici nelle giovani donne, diminuisce lo svantaggio economico e la delinquenza giovanile (cfr. allegato 1).

La conclusione degli studiosi, provenienti da Paesi (Svezia e Australia) dove ,dopo la separazione coniugale, al genitore non collocatario viene riconosciuto un diritto di visita pari al 30-50% del totale (e non il 17% teorico come da noi), è stata un inusuale appello alle autorità competenti affinchè amplino i diritti di visita del non collocatario. Questo studio medico, il più autorevole mai effettuato, pubblicato su una delle più importanti riviste mediche internazionali dimostra l'attuale scorrettezza delle prassi giudiziarie italiane, la loro nocività per i minori coinvolti e la improcrastinabile necessità di modifiche importanti.
In alcuni Paesi, poi, la priorità ricercata dal magistrato è ormai l’affido alternato. A distanza di anni i risultati si sono dimostrati ottimi: in Svezia ormai le separazioni giudiziali si sono ridotte a meno dell'1% del totale, non essendoci più dissidi sulle frequentazioni ed essendosi ridotte le dispute sul mantenimento dato il passaggio di fatto a un mantenimento diretto. I tribunali si sono liberati di un dannoso carico di lavoro, grazie alla circostanza che l’accordo di separazione si ottiene in prima udienza e la durata delle poche cause giudiziali è pari a circa sei mesi.
In Belgio e Francia, dove si guarda con ammirazione alla Svezia e dove pure ormai il 24% dei minori vive secondo il regime di alternanza, gli studi su grandi numeri hanno dimostrato benefici notevoli.

In particolare il rapporto Raschetti, presentato al parlamento transalpino e costituente il più ampio studio psicologico mai eseguito a livello mondiale,sul tema, ha osservato che i tempi paritetici vanno bene anche per i lattanti (dovendosi solo regolare i tempi di alternanza) e che i bambini curati da un solo genitore, inoltre, sono meno socievoli e hanno minor sviluppo cognitivo (cfr.allegato 2).
L'affido alternato, a dimostrazione che i contesti socio culturali contano meno dei nostri schemi mentali, è la priorità perseguita dal giudice anche in Polinesia francese, nelle isole dell'Oceano indiano della Rèunion e di Mayotte, nella Guadalupa, nella Martinica e nella Guyana francese.
Purtroppo in Italia, dove manca l'esperienza empirica dell'alternato, può ancora capitare di leggere che esso "può compromettere la crescita e provocare traumi in grado di evolvere verso patologie dissociative" (sic). Non di rado i tribunali minorili, così come quelli ordinari, rifiutano il pernottamento dei figli al di sotto dei 3 anni presso il padre, o addirittura richiedono una consulenza tecnica di ufficio per verificare, con atto di chiara discriminazione per sesso, le “attitudini e capacità” del genitore maschio alla cura filiale. L’affido alternato viene spesso definito destabilizzante e nocivo. Ma su che base? Su nessuna che non sia quella dell’epidermicità, del pregiudizio, del luogo comune.

Nei motori di ricerca medico scientifica internazionali che abbiamo a lungo setacciato non esiste infatti un solo lavoro che suffraghi con validazione statistica questa bizzarra teoria.

Anche le osservazioni psicologiche provenienti dall'estero sono quasi univoche nell'evidenziare gli effetti positivi e nel destituire di ogni valore le asserzioni dei detrattori del condiviso (vedi, oltre al Raschetti 2010, anche Solint 1980: “L’enfant vulnérable,rètrospective”, PUF-Paris Jacquin-Fabre 1993, in “Les parents, le divorce et l’enfant”,EST Paris di Guillaurme e Fugue M. K. Pruett, R. Ebling e G.M. Insabella 'Critical aspects of parenting plans for young children: Interjecting data into the debate about overnights', in Family Court Review, 42/1, pp. 39-59,2004).

Rimanendo in Italia, anche il Prof. Canziani (tre volte Presidente degli neuropsichiatri infantili italiani), trova nel complesso positiva l’esperienza dell’alternato (cfr. “I figli dei divorzi difficili”, Sellerio editore).
I francesi (che hanno il divorzio dal 1789) sono arrivati a questa conclusione già da un pezzo e hanno la doppia residenza sulla carta d'identità dei figli di separati. Ancor prima vi sono arrivati gli svedesi (che conoscono il divorzio dal 1913). La pariteticità dei tempi ha consentito anche di ridurre i contenziosi sugli assegni di mantenimento ed è esitata (come verificato dagli economisti statunitensi) in un maggior benessere per i figli: la possibilità di non mediare il contributo attraverso una persona con cui si è in conflitto e di cui - a torto o ragione - non si ha fiducia, induce infatti a non ridurre ai minimi termini il proprio supporto economico. Oggi la frustrazione dei genitori emarginati e la sperequazione di giudizio aumentano la conflittualità e l'esasperazione al punto che oltre 1000 persone vengono ferite e oltre 100 muoiono ogni anno in Italia in corso di separazione (più che a causa delle varie forme di criminalità organizzata messe assieme: dati FENBI).

A dimostrazione del degrado cui ci ha portato questo sistema basato sulla sperequazione di giudizio e sull’annullamento dell’altra figura genitoriale vogliamo segnalare uno studio pubblicato nel 2010 sulla prestigiosa Rivista della Società Italiana di psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza da parte dell’Università di Modena: nella casistica degli scienziati il 92% delle denunce di abusi in corso di separazione risultò infondata! Inoltre i danni provocati dalla macchina giudiziaria condussero al punto che il trauma psicologico risultò indistinguibile tra i due gruppi di minori. In pratica (ragionando percentualmente) nel tentativo di punire 8 mostri pedofili il sistema ha rovinato anche i 92 bambini che l’abuso non l’avevano assolutamente subito.

Altri punti meritevoli del ddl 957, sono -fra i molti- a nostro avviso:
1- l'introduzione, come situazione pregiudizievole, della Alienazione Genitoriale, intesa come condizionamento dei minori all'ostilità verso il genitore c.d. bersaglio, ossia quello non collocatario (da cui l'ulteriore indicazione ad eliminare questa figura). Poco conta che, a tutt'oggi, questa sorta di sindrome di Stoccolma che affligge i minori non sia inclusa (al pari di tante situazioni, come lo stalking o il mobbing o il plagio che trovano applicazione in ambito giudiziario) nel DSM IV (è in corso la discussione per l’inserimento nel DSM V): molte istituzioni hanno già provveduto a includerla tra gli elementi negativi: in Liguria già dal 2004 essa è inclusa come elemento di violenza emotiva nelle linee guida sull'abuso dell'infanzia, mentre il Brasile ha appena promulgato (agosto 2010) una legge contro le condotte dei genitori che portano alla insorgenza della Alienazione Genitoriale. Anche a causa di quest’ultima 25.000 minori italiani (ISTAT 2008) perdono oggi il contatto con uno dei due genitori dopo la loro separazione.
Purtroppo la sensibilità giudiziaria nei confronti dell'Alienazione Genitoriale è scarsissima: noi grazie ad una tesi di laurea siamo risaliti, malgrado il fenomeno abbia proporzioni gigantesche, a soli 14 provvedimenti giudiziari italiani che la citano!
Nel momento in cui si intende potenziare il valore dell'audizione del minore non si può non aumentare l'attenzione verso i condizionamenti.
2 - Il riconoscimento e il potenziamento della mediazione familiare (anche se l'attuale sperequazione di giudizio da parte dell'autorità giudiziaria continuerebbe, se non corretta, a provocare il persistere delle deludenti percentuali di riuscita dei percorsi di mediazione).
3-L'incremento dell'aspetto sanzionatorio: attualmente questo aspetto è assolutamente incapace di fornire un deterrente contro le condotte illecite perpetrate dai genitori: la stragrande maggioranza dei 709 ter si conclude con un nulla di fatto e qaundo c'è una sanzione questa è di solito l'inefficace ammonizione.
Ma i figli dei separati cosa ne pensano? Nello studio del prof. Fabricius (Fabricius W., Hall Jeffrey, 2000 : “ Le percezioni dei giovani adulti sulle separazioni”, Family And Conciliation Courts Review, 38 (4): 446-461, 2000), lo studio più importante mai svolto sul tema, a specifica domanda 800 studenti del primo anno di Psicologia, figli di separati, ritenevano a posteriori che l'affido alternato sarebbe stato il migliore: la percentuale variava tra il 70% di chi non l'aveva provato, e il 93% di chi lo aveva potuto sperimentare. A dimostrazione che la stabilità degli affetti, una volta di più, vale più di quella del domicilio.

Vittorio Vezzetti, Medico Specialista in Pediatria, Responsabile medico scientifico ANFI.

27 luglio 2011

Audizione al Senato del 26 luglio 2011 (Commissione Giustizia) sulla riforma dell’affido condiviso.

Si è tenuta martedì 26 luglio, alle ore 20.30, un’importante audizione presso la Commissione Giustizia del Senato sul ddl 957 di riforma dell’affido condiviso. Notevoli le divergenze tra alcuni relatori.
La dr.ssa Melita Cavallo (Tribunale dei minori di Roma) ha ritenuto di puntualizzare il suo disaccordo sulla generalizzazione del tempi paritetici affermando che nella sua opinione essi non funzionano, così come il mantenimento diretto, nei casi conflittuali. Si è detta favorevole, invece, all’implementazione della mediazione familiare e all’introduzione nell’articolato della Alienazione Genitoriale.
Il dr. Fabio Nestola (Fe.N.Bi.) ha chiaramente espresso il concetto che, con le attuali modalità applicative della 54/06, anche l’estensione dell’affido condiviso al 100% dei casi non soddisferebbe le giuste aspettative popolari: l’escamotage del col locatario sta infatti completamente vanificando l’intento del legislatore. Nestola ha anche puntato il dito sul fenomeno delle false accuse, ormai in continua ascesa.
I mediatori familiari (SIMEF: dr.ssa Marina Lucardi e Associazione GEA: dr.ssa Chiara Vendramini) hanno esposto il loro punto di vista circa la necessità di garanzie di formazione e qualità dei mediatori e riguardo la non obbligatorietà del ciclo di mediazione ma solo del primo passaggio informativo.
L’avv. Matteo Santini (Centro nazionale Studi e Ricerche sul diritto della famiglia e dei minori) si è detto favorevole alle novità proposte dal ddl 957 avanzando qualche riserva sull’introduzione dell’affido a terzi.
L’avv. Anna Rita Cattò (Associazione Figli per i Figli) ha smitizzato la assoluta presunta necessità del domicilio stabile affermando anche che cure paritetiche non significano sempre tempi misurati perfettamente a metà con la calcolatrice.
L’Associazione Matrimonialisti Italiani (per tramite degli avvocati Gaetana Paesano e Francesco Genovese) ha formulato alcune osservazioni tecniche avanzando perplessità sui tempi paritetici e sull’affido alternato definendoli un’impostazione adultocentrica.
Il Prof. Massimo Dogliotti (Consigliere della Corte di Cassazione) si è detto d’accordo sulla necessità di modifiche tese a favorire la condivisione dell’affido e a ridurre la disomogeneità dei provvedimenti mentre il Prof. Gianpiero Turchi (Docente di Psicologia Clinica all’Università di Padova) ha sottolineato che una buona legge può intervenire efficacemente a difesa dei minori in questo ambito, che la stabilità degli affetti conta più della stabilità del domicilio e che non esiste nessuna evidenza scientifica che l’affido alternato nuoccia ai bambini, anzi semmai li aiuta a crescere aumentando gli ambienti e le occasioni di stimolo. In tal modo si è preparato il terreno all’ultimo intervento della serata e cioè quello di ADIANTUM rappresentato dai dr. Vittorio Vezzetti e Claudio Alberghini.
Il primo ha esposto alcuni fra i più importanti studi mondiali sull’argomento: lo studio Fabricius che osserva il rimpianto dei figli dei separati per non aver potuto godere di ambedue i genitori in maniera eguale, il rapporto Raschetti che dimostra l’applicabilità e la buona riuscita dell’alternato anche per bambini piccolissimi, in caso di conflittualità, lo studio mondiale di Sarkadi del 2008 che dimostra l’importanza e l’utilità del coinvolgimento paterno nella gestione e nella crescita dei figli, lo studio sugli abusi in corso di separazione dell’università di Modena (nella casistica il 92% delle denunce era infondato). Alberghini ha invece parlato dell’importanza di implementare l’istituo della mediazione, anche tramite forme più cogenti non trattandosi di patrimoni giuridicamente indisponibili.

7 luglio 2011

L'ISEE e la convenienza di separarsi

Articolo di Maurilio Pavese - Fiscalista
L'ISEE è l’indicatore della situazione economica equivalente. L'attestato contenente l’indicatore I.S.E.E. consente ai cittadini di accedere, a condizioni agevolate, alle prestazioni sociali o ai servizi di pubblica utilità.
È possibile presentare la dichiarazione in qualsiasi momento dell’anno.
La dichiarazione ha validità di un anno dall'attestazione della presentazione e vale per tutti i componenti il nucleo familiare.
Come si calcola isee ? Specificato cosa è l'indicatore isee in rete vengono proposti simulatori software di calcolo isee su come calcolare isee e non solo. Il software di calcolo isee rilascia sia l'indicatore isee ma anche quello ise cioè " indicatore situazione economica ", il coefficiente della scala di equivalenza e l'indice di rendimento utilizzato nel calcolo isee online.


Considerando che:
I coniugi fanno sempre parte dello stesso nucleo familiare, anche quando non risultano nello stesso stato di famiglia.
Tranne in questi casi:
in caso di separazione legale
se e' stata ordinata la separazione in pendenza di domanda di nullità di matrimonio
se e' stata consentita la diversa residenza a seguito di provvedimenti temporanei ed urgenti del giudice
se uno dei coniugi e' stato escluso dalla potestà sui figli
se e' stata proposta domanda di divorzio
se sia in corso un procedimento da cui risulti l’abbandono del coniuge.
-      E' fondamentale che le predette situazioni  siano oggetto di un provvedimento del
      giudice o di un procedimento in corso.
-      Una semplice separazione di fatto non comporta la divisione del nucleo.

Facciamo alcuni esempi:
nucleo di tre persone padre madre figlio, casa in affitto a zero euro, redditi del padre 35.000

Anno della dichiarazione del modello isee : 2011
Seleziona calcolo isee in lire o euro : euro
Indica numero componenti della famiglia ai fini isee : 3
Numero di eventuali persone con handicap grave permanente o invalidità superiore al 66% in famiglia : 0
Situazione di un solo genitore e figli minorenni : NO
Nucleo familiare con figli minori nel quale i genitori (o anche l'unico genitore se la famiglia è formata solo da esso e figli minori) abbiamo entrambi lavorato per almeno sei mesi : SI
La abitazione della famiglia o nucleo familiare ai fini isee è in : AFFITTO
Canone annuo dell'affitto come si evince dal contratto di locazione. Nel caso di affitto gratis scrivere canone zero. In
caso di usufrutto invece la casa è considerata di proprietà : ZERO
Somma dei redditi irpef di tutto il nucleo familiare : 35.000
Somma del patrimonio mobiliare di tutto il nucleo familiare ad es. c/c bancari, azioni, bot, cct, depositi, ecc. : 0
Valore ici della casa adibita ad abitazione di proprietà dei componenti il nucleo familiare: 0
Indicare l'eventuale mutuo residuo della abitazione principale del nucleo familiare : 0
Valore ici di altri immobili di proprietà del nucleo familiare, al netto delle detrazioni di eventuali mutui residui; la detrazione del mutuo si applica sul singolo immobile e nel caso di differenza negativa si considera il valore pari a zero, ad esempio valore ici 50mila € meno mutuo residuo di 70mila € = zero. Alla fine sommare i vari immobili : 0

Risultato del calcolo del modello isee:
Indice di rendimento utilizzato nel calcolo isee --> 4.01
Valore ise ( indicatore situazione economica ) --> 35.000
Coefficiente scala di equivalenza --> 2.24
Il vostro indicatore isee --> 1.5.625

I coniugi si separano e fermo restando il reddito del padre questi dovrà versare euro 5.000 per mantenimento coniuge ed euro x  per mantenimento figli.
Nuovo ISEE del padre:

Anno della dichiarazione del modello isee : 2011
Seleziona calcolo isee in lire o euro : euro
Indica numero componenti della famiglia ai fini isee : 1
Numero di eventuali persone con handicap grave permanente o invalidità superiore al 66% in famiglia : 0
Situazione di un solo genitore e figli minorenni : NO
Nucleo familiare con figli minori nel quale i genitori (o anche l'unico genitore se la famiglia è formata solo da esso e figli minori) abbiamo entrambi lavorato per almeno sei mesi : NO
La abitazione della famiglia o nucleo familiare ai fini isee è in : AFFITTO
Canone annuo dell'affitto come si evince dal contratto di locazione. Nel caso di affitto gratis scrivere canone zero. In
caso di usufrutto invece la casa è considerata di proprietà : ZERO
Somma dei redditi irpef di tutto il nucleo familiare : 35.000
Somma del patrimonio mobiliare di tutto il nucleo familiare ad es. c/c bancari, azioni, bot, cct, depositi, ecc. : 0
Valore ici della casa adibita ad abitazione di proprietà dei componenti il nucleo familiare: 0
Indicare l'eventuale mutuo residuo della abitazione principale del nucleo familiare : 0
Valore ici di altri immobili di proprietà del nucleo familiare, al netto delle detrazioni di eventuali mutui residui; la detrazione del mutuo si applica sul singolo immobile e nel caso di differenza negativa si considera il valore pari a zero, ad esempio valore ici 50mila € meno mutuo residuo di 70mila € = zero. Alla fine sommare i vari immobili : 0

Risultato del calcolo del modello isee:
Indice di rendimento utilizzato nel calcolo isee --> 4.01
Valore ise ( indicatore situazione economica ) --> 35.000
Coefficiente scala di equivalenza --> 1
Il vostro indicatore isee --> 35.000

Nuovo ISEE della madre:
Anno della dichiarazione del modello isee : 2011
Seleziona calcolo isee in lire o euro : euro
Indica numero componenti della famiglia ai fini isee : 2
Numero di eventuali persone con handicap grave permanente o invalidità superiore al 66% in famiglia : 0
Situazione di un solo genitore e figli minorenni : SI
Nucleo familiare con figli minori nel quale i genitori (o anche l'unico genitore se la famiglia è formata solo da esso e figli minori) abbiamo entrambi lavorato per almeno sei mesi : NO
La abitazione della famiglia o nucleo familiare ai fini isee è in : AFFITTO
Canone annuo dell'affitto come si evince dal contratto di locazione. Nel caso di affitto gratis scrivere canone zero. In
caso di usufrutto invece la casa è considerata di proprietà : ZERO
Somma dei redditi irpef di tutto il nucleo familiare : 5.000
Somma del patrimonio mobiliare di tutto il nucleo familiare ad es. c/c bancari, azioni, bot, cct, depositi, ecc. : 0
Valore ici della casa adibita ad abitazione di proprietà dei componenti il nucleo familiare: 0
Indicare l'eventuale mutuo residuo della abitazione principale del nucleo familiare : 0
Valore ici di altri immobili di proprietà del nucleo familiare, al netto delle detrazioni di eventuali mutui residui; la detrazione del mutuo si applica sul singolo immobile e nel caso di differenza negativa si considera il valore pari a zero, ad esempio valore ici 50mila € meno mutuo residuo di 70mila € = zero. Alla fine sommare i vari immobili : 0

Risultato del calcolo del modello isee:
Indice di rendimento utilizzato nel calcolo isee --> 4.01
Valore ise ( indicatore situazione economica ) --> 5.000
Coefficiente scala di equivalenza --> 1.77
Il vostro indicatore isee --> 2.824,86

L’ISEE del nucleo unito 15.625
L’ISEE dei nuclei spezzati 35.000 + 2.824,86 = 37.824,86

Differenza 37.824,86 – 15.625 = 22.199,86

Conclusioni:
Considerando il tempo di crisi, visto che una separazione porta un incremento di 22.000 euro circa, si può affermare che è conveniente.

24 giugno 2011

Quando certi avvocati ostacolano le riforme del diritto di famiglia

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato dell'Ass. Figli per Sempre.
In questi giorni i tribunali della Lombardia sono stati bombardati da un intensa distribuzione di volantini contrari alle modifiche legislative proposte dal ddl 957. Ciò si unisce a una serie di analoghi attacchi voluti da organismi giuridici (Ass. Italiana dei Magistrati per i Minorenni e la Famiglia, Organismo Unitario dell’Avvocatura, Camere Minorili Penali) e singoli avvocati come Carlo Rimini.

Il volantino, pieno di inesattezze e grossolanità, è firmato AIAF Lombardia. Non vogliamo soffermarci sui marchiani travisamenti della realtà ma ne segnaliamo uno per tutti: il ddl 957 sarebbe spinto -secondo il volantino- dalle associazioni di padri separati; la relatrice, però, è donna, l'associazione proponente (Crescere Insieme) non ha connotati sessuali e a suo favore si sono dichiarate pure l'Associazione nazionale mamme separate, la Federcasalinghe e l'Associazione donne per le pari opportunità genitoriali.

Noi teniamo piuttosto a sottolineare che per decenni è stato ammesso che la perdita di contatti con un genitore (quello non affidatario o, come si dice oggi, collocatario) fosse un accettabile dazio che il minore doveva pagare alla separazione dei genitori. L'AIAF continua a perpetuare questo vizio di base.
Paesi progrediti hanno cercato invece di ovviare a questo grave problema promuovendo l'affidamento condiviso con tempi il più possibile paritetici di frequentazione dei genitori; la correttezza e l'utilità di questo approccio sono state recentemente confermate da uno studio medico internazionale, validato statisticamente, sull'utilità del coinvolgimento paterno (ACTA PEDIATRICA 97,152-158, FEBBRAIO 2008, Sarkadi et al.,Uppsala e Melbourne). Gli studiosi hanno analizzato retrospettivamente 24 studi svolti in 4 continenti diversi e con durate dai 10 ai 15 anni, la conclusione è che, dopo aver depurato i dati da variabili socioeconomiche, in 22 studi su 24 si è avuta l'evidenza (con p<0.005) degli effetti benefici derivanti dal coinvolgimento di ambedue le figure genitoriali.
In particolare, con buona pace dell'AIAF Lombardia, si è visto che il coinvolgimento del padre migliora lo sviluppo cognitivo, riduce i problemi psicologici nelle giovani donne, diminuisce lo svantaggio economico e la delinquenza giovanile, riduce lo svantaggio economico nei ragazzi. La conclusione degli studiosi, provenienti da Paesi dove ,dopo la separazione coniugale, al genitore non collocatario viene riconosciuto un diritto di visita pari al 30-50% del totale (e non il 17% teorico come da noi) , è un appello alle autorità competenti affinchè amplino i diritti di visita del non collocatario.
In alcuni Paesi, poi, la priorità ricercata dal magistrato è ormai l’affido alternato.

A distanza di anni i risultati si sono dimostrati ottimi: in Svezia (dove peraltro non c'è grande sete di contenziosi visto che gli avvocati sono percentualmente l'undicesima parte di quelli presenti in Italia) ormai le separazioni giudiziali si sono ridotte a meno dell'1% del totale (non essendoci più dissidi sulle frequentazioni ed essendosi ridotte le dispute sul mantenimento dato il passaggio di fatto a un mantenimento diretto). I tribunali sono vuoti visto che la consensualizzazione si ottiene in prima udienza e la durata delle poche cause giudiziali è di sei mesi.
In Belgio e Francia, dove si guarda con ammirazione alla Svezia e dove pure ormai il 24% dei minori vive secondo il regime di alternanza, gli studi su grandi numeri hanno dimostrato benefici notevoli.
In particolare il rapporto Raschetti, presentato al parlamento transalpino, ha osservato che i tempi paritetici vanno bene anche per i lattanti (dovendosi solo regolare i tempi di alternanza) e che i bambini monogenitoriali, inoltre, sono meno socievoli e hanno minor sviluppo cognitivo.
L'affido alternato, a dimostrazione che i contesti socio culturali contano meno dei nostri schemi mentali, è la priorità perseguita dal giudice anche in Polinesia francese, nelle isole dell'Oceano indiano della Rèunion e di Mayotte, nella Guadalupa, nella Martinica e nella Guyana francese. 

Purtroppo in Italia, dove manca l'esperienza empirica dell'alternato, può ancora capitare di leggere a proposito dell'alternato che esso "può significare compromettere la crescita e provocare traumi in grado di evolvere verso patologie dissociative" (sic).
In particolare in modo assolutamente ascientifico e contrario alle esperienze dei Paesi che utilizzano l'alternato, si sono recentemente scagliati contro questa modalità di affido oltre all'AIAF,  le camere minorili penali, l'organismo unitario dell'avvocatura, l'associazione dei magistrati per i minorenni e la famiglia, il sottosegretario Casellati, il prof. Carlo Rimini.
Nei motori di ricerca medico scientifica internazionali, però, non esiste un solo lavoro che suffraghi con validazione statistica questa bizzarra teoria. 
 
Anche le osservazioni psicologiche provenienti dall'estero (le uniche che valgano perchè là l'alternanza è stata sperimentata su larga scala) son quasi univoche nell'evidenziare gli effetti positivi e nel destituire di ogni valore le asserzioni dei succitati organismi (vedi, oltre al Raschetti 2010, anche Solint 1980: “L’enfant vulnérable,rètrospective”,PUF-Paris
Jacquin-Fabre 1993, in “Les parents, le divorce et l’enfant”,EST Paris di Guillaurme e Fugue
M. K. Pruett, R. Ebling e G.M. Insabella 'Critical aspects of parenting plans for young children: Interjecting data into the debate about overnights', in Family Court Review, 42/1, pp. 39-59,2004).
Nella sua esperienza personale (modesta per i motivi succitati e cioè per una scarsa diffusione dell'alternato in Italia) anche il Prof. Canziani (tre volte presidente degli neuropsichiatri infantili italiani), con buona pace dell’AIAF trova nel complesso positiva l’esperienza dell’alternato (cfr. “I figli dei divorzi difficili”, Sellerio editore).
Di nomadi è d’altro canto ancora oggi pieno il mondo, fra l'altro, ed è da vedere se i figli dei pastori erranti per l'Asia, dei beduini, dei tuareg siano più destabilizzati dei nostri che si rimbecilliscono con FB, Play station e IPOD. I francesi (che hanno il divorzio dal 1789) ci sono arrivati da un pezzo e hanno la doppia residenza sulla carta d'identità dei figli di separati.

Ci spieghiamo così come mai la media (assolutamente teorica data la ben nota incapacità del sistema giustizia a far rispettare i propri provvedimenti in modo efficace e tempestivo) della frequentazione del genitore non collocatario sia del 17% del tempo totale e come mai ogni anno 25.000 minori italiani figli di separati perdano contatto con un loro genitore.
La frustrazione dei genitori emarginati e la sperequazione di giudizio aumentano la conflittualità e l'esasperazione al punto che oltre 1000 persone vengono ferite e oltre 100 muoiono ogni anno in Italia in corso di separazione (più che a causa delle varie forme di criminalità organizzata messe assieme).
Ma i figli cosa ne pensano? Nello studio Fabricius (Fabricius W.,Hall Jeffrey, 2000 : “ Le percezioni dei giovani adulti sulle separazioni”, Family And Conciliation Courts Review, 38 (4): 446-461, 2000), lo studio più importante mai svolto sul tema, a specifica domanda gli studenti del primo anno di Psicologia figli di separati ritenevano, a posteriori, che l'alternato sarebbe dovuto essere l'affido migliore che il giudice avrebbe potuto scegliere: la percentuale variava tra il 70% di chi non l'aveva provato e il 93% di chi lo aveva potuto sperimentare. A dimostrazione che la stabilità degli affetti, perdonateci: quella che lo Stato italiano non sa tutelare, vale più di quella del domicilio.
Il nostro auspicio è verso una nuova forma di avvocatura che voglia recepire con approccio multidisciplinare e tradure in atti giuridici le istanze della scienza e non adattare queste ultime a prassi obsolete.


3 maggio 2011

Stati Generali sulla Giustizia Familiare - Convegno Roma 5/6/7 Maggio

Gli Stati Generali Sulla Giustizia Familiare prendono vita "dal basso", nascendo dall´iniziativa di numerosi cittadini che si sono riuniti in organizzazioni stabili e non hanno alcun colore politico.

Chi opera nell'ambito del diritto di famiglia sa che la vita dei genitori che hanno frequentato le aule di un tribunale è stata profondamente segnata da prassi arcaiche e distanti mille miglia dalle loro aspettative di Giustizia Familiare.

La manifestazione vede come protagonista la Società Civile, chiamata a partecipare ad una tre giorni di analisi e critica costruttive, durante la quale ci si potrà confrontare con la Politica, la Magistratura e le professioni che operano in questo ambito delicatissimo e che saranno, a loro volta, disponibili al dialogo e al confronto.

La mancata applicazione della L. 54/2006, la negazione del diritto alla Bigenitorialità, l'operato dei tribunali minorili e dei servizi sociali, la responsabilità civile dei magistrati, gli allontanamenti immotivati in case - famiglia e le "adozioni facili", sono soltanto alcuni tra i temi che verranno affrontati.

La giornata del 5 e la mattina del 6 Maggio 2011 (Convegno nazionale ANFI - Campidoglio) saranno dedicate alle professioni, mentre nel pomeriggio del 6 e nell´intera giornata del 7 Maggio saranno chiamati ad intervenire i rappresentanti delle associazioni, i cittadini, gli appartenenti al mondo della Politica, della Magistratura e della Cultura.


IL COMITATO ORGANIZZATORE

Per i Radicali: On. Rita Bernardini
Per Genitori Italiani: Tiberio Timperi
Per ADIANTUM: Alessio Cardinale e Tiziana Arsenti
Per la Lega Italiana Divorzio Breve: Diego Sabatinelli e Alessandro Gerardi
Per FENBI: Fabio Nestola
Per ANFI: Carlo Ioppoli

Definito il programma attraverso il quale si snoderanno i tre giorni di lavori.

Si comincia il 5 al Campidoglio con interventi tecnici (ma non solo...) destinati ad una platea di avvocati e consulenti familiari. Si prosegue il 6 (sempre al Campidoglio) con relazioni di ampio respiro e l'intervento di rappresentanti del Governo (Sottosegretario Giovanardi) e parlamentari (Gallone, Bernardini, Mussolini), e si chiude il Sabato 7 maggio all'Hotel Palatino (via Cavour, 213/m), in quella che è destinata ad essere la giornata più ricca e rappresentativa per la Società Civile. Sono prev, infatti, ampi spazi di intervento (4 minuti ciascuno) per i genitori che si sono iscritti a parlare e che vogliono raccontare la propria esperienza di Giustizia Familiare.

Spazio anche alle associazioni regionali, i cui rappresentanti avranno a disposizione 15 minuti ciascuno.

Eccolo nel dettaglio:

STATI GENERALI SULLA GIUSTIZIA FAMILIARE
ROMA, 5 – 6 MAGGIO 2011 Campidoglio, Sala della Protomoteca
7 MAGGIO 2011 – Hotel Palatino, via Cavour 213/M

5 e 6 maggio 2011 – Campidoglio, Sala della Protomototeca
“LA GIUSTIZIA IN NOME DEL MINORE”
Giovedì 5 maggio
ore 8,45 Registrazione iscritti
ore 9,30 Saluti delle Autorità
Avv. Carlo Ioppoli (Congresso ANFI)
Prima sessione – modera Dr. Mauro Alcamisi, Giornalista
ore 10,00 CONFLITTO CONIUGALE ED AFFIDAMENTO CONDIVISO, TRA GESTIONE
GIUDIZIARIA E MEDIAZIONE FAMILIARE
Dr. Luciano Guaglione, Magistrato
ore 10,30 CTU E SERVIZI SOCIALI: CRITICITÀ DEL SISTEMA
Avv. Rita Rossi, Presidente ANFI Emilia Romagna
ore 11,00 DEPRIVAZIONE E ALIENAZIONE GENITORIALE
Dott. Vittorio Vezzetti, pediatra, Responsabile Medico-Scientifico ANFI Nazionale
ore 11,30 L’AFFIDO CONDIVISO NEGATO
Tiberio Timperi, Giornalista e conduttore televisivo
ore 12,00 AFFIDO CONDIVISO: RICORSIVITÀ NELLE STRATEGIE DI DEROGA
Dr. Fabio Nestola, Presidente FeNBi, curatore Centro Studi Separazioni
ore 12,30 PROGETTI DI RIFORMA
Prof. Marino Maglietta, Presidente Crescere Insieme, Consulente
Parlamentare
Pausa dei lavori
Seconda sessione – modera Dr. Mauro Alcamisi
ore 15,00 IL GIUDICE DELLA FAMIGLIA
Avv. Giovanni Giacobbe, Professore Emerito presso LUMSA
ore 15,30 I FIGLI MINORI, MAGGIORENNI O ECONOMICAMENTE NON AUTONOMI, NEI PROCEDIMENTI DI SEPARAZIONE E DIVORZIO
Prof. Giovanni Arieta, Docente di Diritto Processuale Civile presso l’Università di Camerino
ore 16,00 L’AUDIZIONE DEI MINORI
Avv. Carlo Ioppoli, Presidente Nazionale ANFI
ore 16,30 L'AVVOCATO DEL MINORE
Avv. Irma Gatti
ore 17,00 BIGENITORIALITÀ, SOSTEGNO E MEDIAZIONE FAMILIARE
Dr.ssa Immacolata Amato

Venerdì 6 maggio
Terza sessione - modera Dr. Mauro Alcamisi
Interverrà il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio
Con Delega alla Famiglia On. Sen. Carlo Giovanardi
ore 9,30 CONSULENZA TECNICA: CRITICITÀ, RIPERCUSSIONI NEGATIVE SULLA
TEMPISTICA E SULLE PARTI
Avv. Maria Pia Sabatini
ore 10,00 ASPETTI PSICOLOGICI E PSICOPATOLOGICI DI UN MINORE NEL PERCORSO
DI ACCERTAMENTO DI UN ABUSO
Prof. Francesco Montecchi
ore 10,30 MOBBING GENITORIALE E SINDROME DEL GENITORE MALEVOLO
Dr. Gaetano Giordano, psicoterapeuta, Direttore Scientifico CSSAF
ore 11,00 STALKING: RISULTATI DELLO STUDIO SUL FENOMENO FEMMINILE
Dr.Fabio Nestola, Presidente. FeNBi, curatore Centro Studi Separazioni
ore 11,30 SOTTRAZIONE INTERNAZIONALE DI MINORI, TRAFFICKING E S.S.C.M.
Dr.ssa Yasmin Abo Loha, direttrice dei programmi ECPAT Italia
ore 12,30 CONCLUSIONI E LETTURA DEL DOCUMENTO CULTURALE DEL CONVEGNO
Avv. Carlo Ioppoli (con particolare riferimento al Tribunale della Famiglia e
specializzazione degli avvocati)
Pausa dei lavori
ore 14,30 APERTURA DEI LAVORI, lettura del documento culturale del Congresso ANFI
Avv. Carlo Ioppoli, Presidente ANFI
ore 14,45 AFFIDO CONDIVISO – I COSTI SOCIALI ED ECONOMICI DEL DOMICILIO
PREVALENTE
Prof. Giacomo Rotoli, Docente di Statistica, Università Napoli 2
Dr. Salvatore Garofalo, Area Legislativa ADIANTUM
ore 15,15 AFFIDO CONDIVISO E BIGENITORIALITÀ: STRATEGIE DI DEROGA
Dr. Fabio Nestola, Presidente. FeNBi - Federazione Naz. Bigenitorialità
Antonella Flati e Adriana Tisselli - Movimento Femminile per la Parità
Genitoriale
ore 15,50 DIRITTI NEGATI: L’ESPERIENZA DELLA PRIMA CLASS ACTION DEI
GENITORI E L’IMMINENTE AZIONE PRESSO LA CORTE EUROPEA
Avv. Davide Romano, Responsabile Ufficio Legale ADIANTUM
ore 16,20 L. 54/2006, LE RESISTENZE ALLA SUA AUTENTICA APPLICAZIONE
Sen. Maria Alessandra Gallone, Commissione Giustizia del Senato
On. Alessandra Mussolini, Commissione Bicamerale Infanzia
On. Rita Bernardini, Commissione Giustizia della Camera
ore 17,30 ENTI LOCALI: INTERVENTI DI AIUTO E SUPPORTO
On. Sveva Belviso, Assessore Politiche Sociali Comune di Roma
On. Aldo Forte, Assessore Politiche Sociali e Famiglia Regione Lazio
Giuseppe Rossodivita, Consigliere Regionale del Lazio

Sabato 7 maggio
Hotel Palatino, via Cavour 213/M
“Giustizia Familiare: la Società Civile chiama le Istituzioni”
ore 9,30 DIVISIONE DEI RUOLI IN FAMIGLIA, UGUAGLIANZA DI GENERE E
AFFIDAMENTO CONDIVISO
Avv. Vanda Lops, Responsabile del sito divorzionline.it
ore 10,00 AFFIDO CONDIVISO – DISTURBI COMPORTAMENTALI
Dr. Vittorio Vezzetti, Direttore Scientifico ANFI
Dr.ssa Loretta Ubaldi, SIC - Società Italiana Criminologia
Dr. Gaetano Giordano, Centro Studi Separazioni e Affido Minori
ore 11,00 LE MAGLIE LARGHE DELLA GIUSTIZIA FAMILIARE
Alessio Cardinale, Segretario Nazionale ADIANTUM
Tiberio Timperi, Coordinatore del Movimento “Genitori Italiani”
ore 11,30 DIVORZIO BREVE
Diego Sabatinelli, Segretario Lega Italiana Divorzio Breve
Alessandro Gerardi, Tesoriere Lega Italiana Divorzio Breve
Sen. Donatella Poretti, Commissione Affari Sociali del Senato
Dott. Bruno de Filippis, Presidente di Sezione Corte di Appello di Salerno
Pausa dei lavori
ore 14,30 APERTURA SESSIONE POMERIDIANA
Avv. Mario Staderini, segretario Radicali Italiani
On. Ludovico Todini, Consigliere Comune di Roma
ore 15,00 TRIBUNALI E SERVIZI SOCIALI: LA CARENZA DEL DIRITTO ALLA DIFESA
avv. Patrizia Micai
ore 15,30 SULLA MEDIAZIONE FAMILIARE
Dr. Luigi Zammuto, Presidente AIMEF
ore 16,00 LA VOCE DELLA SOCIETÀ CIVILE E DELLE ASSOCIAZIONI
LA GIUSTIZIA FAMILIARE RACCONTATA DAI GENITORI E DAI NONNI
testimonianze dirette di genitori, la voce dei rappresentanti delle associazioni
regionali a tutela dei figli
ore 19,30 LETTURA DEL DOCUMENTO DA INVIARE AL GOVERNO, ALLE CAMERE
E ALLA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
ore 20,00 CHIUSURA LAVORI

Siti di riferimento: www.giustiziafamiliare.it e www.adiantum.it

29 marzo 2011

In viaggio con papà. I tour operator si accorgono che sta diventando un fenomeno

Ne hanno contati almeno 35.000: sono i papà divorziati che vanno in vacanza da soli con i figli. E il mercato non si lascia scappare questa nicchia di mercato in ascesa e prepara offerte ad hoc. E' uscito in questi giorni un bell'articolo de La Repubblica che analizza il fenomeno.

IN VIAGGIO con papà, che guarda con te un vecchio film mangiando patatine sul letto, o che ti lascia fare il bagno in mare anche quando il soleè sceso. Il 60 per cento dei bambini vede così la vacanza a tu per tu con il genitore maschio, una realtà che cresce di anno in anno insieme alle separazioni e che rappresenta una nicchia di mercato interessante per chi vive di turismo.
I dati arrivano da Children' s Tour, il salone specializzato nel turismo under-14, e dall' Osservatorio nazionale sul turismo giovanile: nel 2010, sono stati 35.000 i padri soli partiti insieme ai figli. Un segmento che oscilla intorno al 2 per cento, ma che cresce da cinque anni a questa parte. «Le cifre sono ancora piccole ma il mercato le ha già registrate - dice Paola Ragazzini di Iscom Group, la ricercatrice che cura i numeri dell' Osservatorio - E ha cominciato a praticare verso i papà single le stesse politiche riservate alle coppie di genitori: albergo gratis per il bambino che dorme nella stessa stanza, o forti sconti sui pacchetti completi». L' Emilia Romagna, con le sue attrezzatissime sponde, è stata la prima: baby sitter sempre disponibile in spiaggia, lezioni di nuoto, pranzi speciali suddivisi per fasce di età nei ristoranti in riva al mare, seggiolini, salvagenti di tutte le taglie e perfino passeggini. Oltre ai prezzi, naturalmente, sui quali però ormai puntano anche altre regioni: nelle Dolomiti, per esempio, il turismo estivo è a misura di mini-famiglia, con sconti del 30 per cento e oltre per i padri soli e slogan pensati per conquistare chi durante l' anno lavora edè troppo impegnato per dedicare tempo ai figli. «Queste esperienze a tu per tu tra padree figli sono molto positive. Occorre essere attentissimi, però, quando nel cerchio si inserisce una persona nuova, la compagna o fidanzata di papà - dice la psicoterapeuta Maria Rita Parsi - È difficile condividere l' estate con qualcuno col quale non c' è mai stata intimità prima, e non è semplice far nascere amicizia con una figura adulta che in nessun caso deve giocare a fare la mamma». «Ma i padri sono attentissimi, forse perché meno abituati a ritrovarsi a lungo con i bambini - rassicura Chiara Rosati, alla guida di bimboinviaggio. com, il portale su cui si cercano le vacanze a misura di piccolissimi - Ormai circa il 20 per cento delle domande e delle ricerche è fatto da uomini, che oltre al prezzo e alla destinazione vogliono sapere che fare una volta arrivati, si informano su musei e parchi acquatici, chiedono se al ristorante dell' albergo il figlio potrà avere i suoi piatti preferiti».

Il 31 per cento dei bambini e ragazzi italiani, del resto, è andato in vacanza almeno due volte nel 2009, mentre il 76,3 per cento si è limitato a un solo periodo: sul mare per i bambini, insomma, non si taglia. E, di fatti, il 70 per cento dei papà sceglie questa opzione, anche se contemporaneamente crescono le vacanze (più brevi) nelle città d' arte. Un mare vicino, facile, amichevole. E possibilmente italiano, viste anche le difficoltà burocratiche che ancora deve affrontare un genitore solo con i figli al momenti di espatriare: permessi da firmare, code, trattative con l' ex coniuge. Per vedere l' effetto che fa, ci sono anche le vacanze di un giorno, come il Daddy Day Camp di Genova, una giornata di sport padri-figlie che si tiene in settembre, o Giopà, lo spazio che il comune di Milano ha inaugurato nel 2008 per i weekend e i mercoledì di pioggia. E in Brianza, ad Agrate, i papà possono frequentare anche un corso di cucina. - VERA SCHIAVAZZI

28 febbraio 2011

Intervista a Tiberio Timperi per il mensile FOGLI sulle separazioni

Duro, secco e preciso Tiberio Timperi in questa intervista per il mensile Fogli, supplemento sulla famiglia e l'educazione alla rivista Studi Cattolici a cura dell'Associazione Ares.

Ha il tono pacato ma deciso Tiberio Timperi, giornalista «in prestito» al mondo dello spettacolo, mentre parla della sua situazione di separato. La voce si vela di pianto e le parole escono a fatica quando parla del figlio Daniele di cinque anni, avuto dalla ex moglie Orsola Gazzaniga, che vede con «qualche difficoltà».

Si sente un padre di serie B?
Eh sì. Se perdi certi momenti importanti della vita con tuo figlio, sei un genitore di serie B.

In particolare?
Non potere tutte le sere rimboccargli le coperte, stargli accanto, parlargli, tifare magari per la stessa squadra.

Beh, dipende per che squadra.
Mi manca la quotidianità di stargli accanto. Accompagnarlo al campetto di calcio. Curarlo quando
sta male. Tutto questo mi manca.

Manca anche a suo figlio?
Lui mi dice che sono il suo miglior amico. E questo mi fa venire le lacrime agli occhi. Non gli fac-
cio mancare niente, però capisce che qualcosa non va. E penso che ne soffra.

E lei?
Sono cresciuto in una famiglia normale, solida, di sani e semplici princìpi: oratorio la domenica,
rispetto per tutti e onestà.

Le sono serviti?
Devo ammettere che se non avessi avuto una formazione così solida, non so come avrei sopportato
quello che mi sta accadendo. I miei genitori mi sono sempre stati vicino.

Anche adesso?
Racconto poco a mio padre. Ha 87 anni e non sta tanto bene. Vede poco suo nipote, e questo mi fa
soffrire. Ma tutto sommato, riesco a mascherare bene la situazione. Mia madre se n’è andata tanti
anni fa e mi manca ancora adesso.

Chi le è stato vicino?
Michele Guardì. L’ho sempre considerato un secondo padre. E infatti mi è stato vicino in silenzio,
solo con sguardi pieni di solidarietà.

E gli altri colleghi?
Non frequento l’ambiente dello spettacolo. Non sono mai sui giornali di gossip, non ho una vita che
fa notizia. E quindi ciascuno resta nel proprio guscio. Ma non è un’accusa. Per nessuno.

Lei è credente?
Continuo a essere credente, anche se non sono praticante. Soprattutto, sono rimasto fedele ai valori
fondamentali ereditati dai miei.

E li ha trasmessi a suo figlio.
Certo: soprattutto onestà e rispetto verso il prossimo.

Non fare agli altri... eccetera eccetera?
Esattamente. Voglio che abbia la stessa corazza interiore che mi hanno costruito i miei e che adesso
mi permette di andare avanti e affrontare tutto quello che mi sta accadendo.

Gli insegnerà anche a pregare?
Gli insegnerò esattamente quello che ho imparato da mio padre e da mia madre.

Che cosa si aspetta dalla Chiesa?
Dalla Chiesa mi aspetto un sostegno morale.

Quante volte vede suo figlio?
Mi spettano – secondo il tribunale – tredici giorni e dieci notti al mese. Ma in pratica, non è così.

E com’è?
È dovuto intervenire il Tribunale per ripristinare la legge.

Situazione imbarazzante.
Ho le spalle grosse e una forza interiore granitica. Non
mi fermerò. Anzi.

Crede ancora nel matrimonio?
Certo. E credevo nel matrimonio quando mi sono spo-
sato. Quando ho detto sì pensavo fosse per sempre.
Davvero.

Si è sposato in chiesa?
No, in comune. La mia ex moglie aveva appena ottenu-
to l’annullamento dalla Sacra Rota del matrimonio
precedente. E adesso divorzia da me.

Come vive il divorzio?
Come un fallimento. Per questo vorrei che venisse con-
cesso in fretta. Così si risolverebbero subito i problemi
con i figli, senza ostacoli.

La legge sull’affido condiviso è un ostacolo?
È una legge di alto profilo, ma applicata in maniera
ipocrita. E alla fine discrimina i papà.

Il colpevole?
Un femminismo anacronistico dove i padri possono –
e forse devono – cambiare i pannolini, ma non possono
quasi mai avere l’affido del figli.

Così, è sceso in campo.
Al grido di «diritto ai figli», voglio mettere a disposizione
la mia popolarità per aiutare chi non ha la possibilità di
farsi sentire, ascoltare. Voglio dare una mano a quelli
che si trovano in mezzo a una strada a causa di un siste-
ma che in caso di separazione privilegia le donne.

Lei invece?
Sono titolare di un provvedimento di affido condiviso.

Che però non condivide.
Un provvedimento ben fatto e illuminato, ma...

Ma?
Non è stato interpretato a favore di mio figlio. Ma sono problemi molto diffusi.

Per esempio?
Le madri possono facilmente ostacolare il rapporto con il padre. Basta un certificato medico o non
rispondere al telefono.

Lo fanno anche i padri.
In Italia, nel 95% dei casi il figlio viene collocato con la madre.

Una giustizia ingiusta.
La legge funziona solo se c’è buon senso da parte di tutti e due. Ma in caso di separazione giudiziale
non è applicabile.

Una legge sfacciatamente dalla parte delle mamma.
Le mamme sanno che il 99,9% delle volte il figlio verrà collocato presso di loro. E molto spesso lo
usano come una forma di vendetta.

Un rimedio?
Basterebbe fare come all’estero: l’arresto per il genitore che ostacola l’applicazione
della legge.

Invece in Italia?
Al massimo una multa di 103 euro.

Ma qui la mamma è sempre la mamma, anche per la legge.
Appunto. La donna in Italia è super tutelata.

La storia dice il contrario.
Le donne in Italia hanno subìto violenze, soprusi, angherie. Ma non ci possiamo sdebi-
tare solo al momento del divorzio. Perché così arrivano i problemi legali e psicologici.

Per le donne, anche quelli economici.
Le madri hanno l’affidamento del figlio nove volte su dieci. E con il bambino otten-
gono anche la casa.

E il padre?
Dopo avere lavorato una vita si trova all’improvviso senza un figlio, senza una casa.

Madri parassite.
Non sono tutte così, ovviamente. Ma è una parte della realtà che nessuno vuol vedere.

Bambini come arma di ricatto?
I figli sono un’arma di ricatto solo per chi sa di averli già in mano: in Italia è la madre.

Spietato col «sesso debole».
Ma quale sesso debole! I giudici devono cominciare a stabilire realmente chi è aggre-
dito e chi aggredisce.

Addirittura?
Devono essere fatte delle perizie psichiatriche serie. E poi si deve decidere senza pregiudizi.

Cioè?
Affidare i bambini anche ai padri.

Invece adesso?
Gli ex mariti servono solo per pagare.

Papà-bancomat?
Tutto questo deve cambiare. Ci metto la faccia e il cuore. Ma la situazione dev’essere modificata. Per
i figli. E per la famiglia.

«Mattina e Mezzogiorno in famiglia», ma solo in Tv.

Credo nella famiglia. E nel ruolo di padre. Per questo continuerò a battermi.

Contro le ex?
Contro una legge nobile interpretata con ipocrisia.

Tiberio Timperi, conduttore televisivo, giornalista e attore, è nato a Roma nel 1964. Inizia la sua carriera in radio ma presto approda alla TV. In Mediaset lavora al Tg4 e a Studio Aperto, per poi abbandonare lacarriera giornalistica e dedicarsi al mondo dello spettacolo. Nel 2008 ha scritto, assieme all'avvocatessa Maria PiaSabatini, il libro denuncia Amarsi sempre! Sposarsi? sul tema delle separazioni matrimoniali. Divorziato da Orsola Gazzaniga, con la quale ha avuto Daniele, dal 2006 Timperi si batte per i diritti dei papà separati.

13 febbraio 2011

Fatti di sangue e separazioni. Un filo rosso li lega

Periodicamente assistiamo a omicidi/suicidi in ambito separativo. Purtroppo molti sono i casi che la cronaca ci propone in cui un ex coniuge si toglie la vita, magari dopo aver ammazzato figli e/o a volte l'ex partner.
E' un copione che si ripete, con allarmante frequenza. Come si ripete con disarmante puntualità la leggerezza con la quale i media e/o presunti esperti commentano questi apparentemente inspiegabili raptus di follia.
Sì, perché se la versione fornita del "gesto isolato di un folle" si ripete, senza memoria, ad ogni circostanza simile, logica e obiettività di analisi dovrebbero dirci che se i cosiddetti "gesti isolati" si ripetono a migliaia allora qualcosa nel Sistema probabilmente non funziona.

Fuorvianti e superficiali sono le chiavi di lettura che solitamente vengono date ai fatti di cronaca di questo tipo: si parla spesso di "mancata accettazione della fine del rapporto" da parte dell'ex marito o di disturbo mentale o ancora di gelosia morbosa, di quanto gli uomini non accettino il rifiuto, la separazione, e perdano il controllo. Un'analisi più attenta dovrebbe facilmente cogliere, invece, l'aspetto discriminante: la presenza di prole nel rapporto che si sta rompendo. Causa scatenante di questa scia di sangue è infatti spesso lo stupro delle relazioni che viene commesso (o minacciato o semplicemente percepito come conseguenza inevitabile dal genitore maschio che compie il suicidio o la strage) dal sistema e/o dall'ex partner nei casi di separazione conflittuale con figli. L’esclusione forzata di fatto dal progetto genitoriale, la riduzione a ruoli marginali, la cronica limitazione ad un ruolo subalterno rispetto all’altro genitore, la delegittimazione del ruolo paterno, la mortificazione, la totale inefficacia delle contromisure giuridiche e lo status di “intruso” che ne derivano sono le molle che innescano la spirale di disperazione che può esitare in episodi di cronaca nera. Lo stupro emotivo/emozionale e la disperazione data dal senso di impotenza creano il corto circuito che poi sfocia nella strage. Nel condannare fermamente ogni gesto criminoso, appare però colpevolmente miope continuare a classificare una tale scia di sangue come "il raptus isolato di un folle".

Per approfondire invito caldamente ad analizzare lo studio realizzato da Fabio Nestola e da altri su questo argomento presentato al XXIV Congresso Nazionale della Società Italiana di Criminologia e dal quale ho tratto spunto per queste riflessioni: http://www.fenbi.it/ConvegnoCriminologiaComo14102010/FDS 7.3.pdf