5 ottobre 2007

Interrogazione Lucchese al Ministro per le politiche per la famiglia Rosy Bindi




Interrogazione a risposta immediata in Commissione 5-00795
presentata da
FRANCESCO PAOLO LUCCHESE
mercoledì 7 marzo 2007 nella seduta n.121

LUCCHESE, CAPITANIO SANTOLINI e VOLONTÈ.

Al Ministro per le politiche per la famiglia.

- Per sapere - premesso che:

la legge n. 54 del 2006 sull'affidamento condiviso dei figli nella separazione dei coniugi ha allineato il nostro Paese all'orientamento prevalente nei Paesi UE riconoscendo ai figli il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno dei genitori;
l'obiettivo di riequilibrare l'asimmetria giuridica e pedagogica che portava i minori, nella maggioranza dei casi, a perdere progressivamente ogni significativo rapporto col genitore non affidatario e con i parenti dello stesso, si infrange, tuttavia, con la diffusa inosservanza della novella legislativa nei diversi Tribunali;
da un monitoraggio svolto da associazioni e movimenti di genitori emerge, infatti, un preoccupante disorientamento di una parte dei giudici e la loro difficoltà a distaccarsi da precedenti consuetudini;
tale disorientamento nascerebbe dall'idea che l'affidamento condiviso sia solo una nuove veste lessicale dell'affidamento congiunto e che tutta la precedente giurisprudenza può essere trasportata e riutilizzata nelle nuove situazioni;
ne consegue che «l'affidamento condiviso può essere concesso in un numero limitatissimo di casi» (Tribunale di Avellino) e, in particolare, molti magistrati lo negano a causa della conflittualità, della tenera età dei figli o della distanza tra le abitazioni;
all'inadempienza totale si affiancherebbe un'altra forma di inosservanza della legge che stabilirebbe l'affidamento condiviso privandolo dei suoi contenuti qualificanti: la presenza equilibrata presso i due genitori e l'assegnazione di compiti di cura, comprensivi dei profili economici, a ciascuno di essi -:
se non ritenga, preso atto di tale situazione, che si debbano attivare iniziative volte a garantire ai minori la sicurezza del mantenimento delle relazioni positive con ciascun genitore al fine di prevenire sofferenze psicologiche e danni allo sviluppo della personalità fino ad arrivare a depressioni, suicidi, tossicodipendenze e comportamenti asociali.


Risposta del Ministro Rosi Bindi:

Il Ministro Rosy BINDI risponde all'interrogazione in titolo, sottolineando come i problemi applicativi della legge n. 54 del 2006 siano in parte riconducibili alla sua recentissima approvazione. Ritiene altresì che tali problemi debbano essere indagati in modo approfondito e «monitorati» nella loro evoluzione. Ricorda altresì che molti operatori della giustizia hanno evidenziato la non agevole interpretazione nonché l'eccessiva rigidità di alcune norme contenute nella legge citata. In particolare, è stato segnalato come il prevedere che alla regola dell'affido condiviso si possa derogare nella sola ipotesi di inadeguatezza di uno dei genitori costituisca un vincolo eccessivamente rigido, che non tiene nella dovuta considerazione le difficoltà di varia natura che possono opporsi a tale forma di affido. Ricorda altresì che il Governo sta lavorando alla predisposizione di un provvedimento di riforma della giustizia di famiglia, dei minori e della persona. Sottolinea infine come l'esperienza di prima applicazione della legge in discorso abbia evidenziato che, in taluni casi, le difficoltà e le tensioni tra genitori legate alla gestione quotidiana dell'affido condiviso possono finire per alimentare illusioni e un atteggiamento di rifiuto della realtà da parte del bambino.


Replica Lucchese:

Francesco Paolo LUCCHESE (UDC), replicando, si dichiara parzialmente soddisfatto e ringrazia il Ministro per l'ampia e articolata risposta. Sottolinea quindi come, a suo avviso, molti dei problemi attuativi della legge n. 54 del 2006 dipendano da una particolare interpretazione datane dai giudici, che sembra confondere le distinte ipotesi di affido condiviso e di affido congiunto. Ritiene altresì non conferente il riferimento alla conflittualità tra genitori, in quanto essa certamente preesiste alla separazione e in quanto è comunque preferibile per i figli la presenza e l'apporto educativo di entrambi i genitori. Esprime infine apprezzamento per l'impegno del Governo in materia di riforma della giustizia di famiglia, sottolineando come questo settore dell'amministrazione della giustizia sia attualmente contraddistinto da una molteplicità di attori e da una frammentazione delle competenze.

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