27 luglio 2009

La Paternità e la femminilizzazione dei rapporti familiari e affettivi



La Femminilizzazione dei rapporti familiari e affettivi, in corso da qualche decennio, è vista come il nemico da combattere o la panacea di tutti i mali a seconda del punto di vista dell'osservatore: più tipicamente uomo e/o tradizionalista da una parte, o più tipicamente donna e/o progressista dall'altra.
Senza voler entrare in un'analisi sociologica del fenomeno, dal canto nostro ci limitiamo a notare che tale processo, se è servito positivamente a trasformare la famiglia nel luogo privilegiato degli affetti, nel quale cercare riparo e conforto rispetto ai problemi della vita lavorativa e sociale esterna attraverso il dialogo e l'affettività, è servito anche ad appiattire i rapporti familiari a rapporti meramente "affettivi", a minare il valore sociale dell'autorità [cosa questa non sempre e comunque negativa, ma purtroppo foriera di tanti problemi giovanili (vedi bullismo, violenza, criminalità, droghe, ecc.)], e ad eccedere nell'importanza data ai compiti di cura e accudimento dei figli in ambito famigliare (più tipicamente femminili) con il conseguente svilimento dei compiti educativi del padre: la sua funzione tradizionale di guida e di apertura al mondo dei valori e delle regole sociali, tanto importanti per la sana crescita dei figli è messa costantemente in discussione in favore di un modello "piatto", di comunanza tra "fratelli", che rifiuta le regole imposte e i ruoli prestabiliti.
In ambito giudiziario, nei casi di separazione e divorzio, questo svuotamento della figura educativa paterna è evidente; in caso di contrasti tra i genitori si tende a escludere (o limitare) il genitore maschio in nome di un presunto interesse della prole, e l'eccessiva femminilizzazione dei rapporti familiari e affettivi è di certo una delle cause di questa vistosa quanto ingiustificata asimmetria che porta a protrarre senza fine l'accudimento dei figli senza mai arrivare al distacco, alla crescita, all'educazione, per l'appunto.

Questa breve introduzione per arrivare a spendere due parole sul vero motivo di questo articolo:
la presentazione di un commovente video girato qualche tempo fa riguardo all'amore di un padre per il figlio.
E' il caso della famiglia Hoyt, padre sessantacinquenne e figlio quarantenne tetraplegico dalla nascita. Il padre aveva la passione dell'attività fisica e un giorno scoprì che il figlio traeva giovamento dallo stare con lui durante gli allenamenti. Da allora fu un'escalation che lo portò, LI portò, al di là dell'immaginazione... da vedere!




Un giorno un figlio disse al padre: - 'Papà, vuoi fare una maratona con me?' - E il padre rispose prontamente: 'sì'. Entrambi corsero la loro prima maratona. Ancora una volta, il figlio chiese: - 'Papà, vuoi fare una maratona con me?' - E il padre 'Sì, figlio mio'. Un giorno, il figlio chiese al padre: - 'Papà, vuoi farei l' Ironman con me?' (L'Ironman è il triathlon più difficile che esista : 4 km nuoto, 180 km in bicicletta e 42 km corsa). E il papà rispose: 'sì!'. La storia sembra semplice. Fino a quando non si guardano queste immagini ... grande lezione di amore e di umanità.




1 commenti:

Anonimo ha detto...

Toccante! ho pianto

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